Il Mito della Vacca Celeste

Premessa

Il presente lavoro è rivolto a chi si cimenta allo studio della lingua egiziana antica, siano essi studenti od appassionati. La interpretazione e relativa traduzione dei brani in linea di massima non presenta una “corretta fluidità di espressione”, ciò tenendo presente che questa ricerca è indirizzata come detto a coloro che intendano affrontare e studiare il testo non al fine conoscitivo dello stesso, bensì sul piano strettamente tecnico-linguistico. Il testo in italiano risulta pertanto in larga misura una scannerizzazione quanto più fedele dei vari segni, così come si presentano nella loro progressione. Nel commento da me proposto ho cercato di realizzare un’analisi grammaticale quanto più scrupolosa possibile monitorando e commentando parola per parola, segno per segno, lasciando poi al lettore, alla sua “fantasia” , o meglio alle sue “capacità conoscitive” il compito di reintelaiare in un corretto italiano il contenuto dei versi. Quindi sta al lettore completare il mio lavoro cercando di comprenderne e realizzarne l’aspetto sintattico alla luce della collocazione dei vari segni da me analizzati in maniera asettica. Io credo che il lasciare al lettore l’approfondimento di questo aspetto consentirà allo stesso di afferrarne nel concreto le intime regole legate alla sintassi della frase, eludendo così la sterile nozionistica di facile dimenticanza che sovente emerge da un qualsiasi testo grammaticale. Ho curato sovente riferimenti a testi di grammatiche o lexikon per quelle parole od espressioni che potevano presentare una qualche difficoltà interpretativa. Infine in calce al commento ho cercato, per ogni verso, di dare qualche cenno all’aspetto semantico degli stessi. La presente traduzione non ha la pretesa di esser corretta “ad unguam”. Talvolta si presentano casi di difficile interpretazione o che lasciano più strade percorribili. Le difficoltà sono in primis insite nella comprensione dei reperti. La conoscenza della lingua egiziana antica è ancor oggi ben lungi dall’avere il suggello della parola fine, né certamente mai l’avrà, essendo ancora tantissimi i lati oscuri della stessa. Si
pensi ad esempio alla complessa ermeticità e sovente ambiguità del sistema verbale. Dulcis in fundo ulteriori ostacoli sono imputabili alle frequenti omissioni e/o errori contenuti nel testo, dovuti ad errate copiature da parte degli scribi di testi ancor più antichi. Un particolare ringraziamento va a Théophile Obenga e soprattutto a Raymond Monfort perché, attraverso le loro divulgazioni su testo il primo e su internet il secondo, sono riuscito a visionare e studiare il testo geroglifico del racconto nella sua interezza. Senza tale apporto fondamentale questo lavoro non si sarebbe potuto realizzare.

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